Francesco Lucchese intervistato da Nodus

Nodus collabora con i più famosi designer del mondo. Si tratta di creativi famosi per il loro stile e per la continua innovazione che sanno portare con le loro idee. Uno di questi artisti è Francesco Lucchese. Lo abbiamo intervistato. Andiamo quindi a conoscerlo meglio, per comprendere quali sono le sue idee sul design e quali sviluppi prevede per il futuro.

Come definirebbe l’essenza o le caratteristiche primarie del suo lavoro? Ogni designer ha un suo stile, i suoi caratteri distintivi… Quali sono i suoi?
Il mio carattere curioso mi porta a cercare sempre nuove materie con cui produrre nuovi concetti, per migliorare l’uso degli oggetti.

Quali sono Le persone o le storie che l’hanno maggiormente influenzata nel suo percorso lavorativo?
Le persone in genere tutte. Le storie quelle di grandi aziende che mi hanno formato e fatto vedere il punto di vista opposto, che non deve essere un “contro” ma un dialogo.

In che modo la cultura del suo Paese e le sue tradizioni entrano nei suoi progetti?
Le radici sono sempre presenti per istinto, ma colgo sempre di più che la sovrapposizione di esperienze nel tempo alimenta nuovi pensieri e stimoli, che offrono occasioni di analisi, verifiche e nuovi progetti.

Come vede il futuro e quali pensa saranno i nuovi trend nel design?
Questo ultimo periodo ha generato una necessità di confronto continuo, che spinge tutti a cercare sinergie e modelli, anche a distanza, in cui il trend di co-marketing si sta attuando sempre più frequentemente.

Che cosa pensa della sostenibilità oggi? Pensa che sia un elemento basilare del design oppure che sia un valore aggiunto?
Se guardiamo alla necessità di stare in un pianeta pulito, sicuramente è “BASILARE”. Poi, se consideriamo la “sostenibilità“ del design in genere, possiamo vederla come un “VALORE AGGIUNTO”, con cui giustificare costi e procedure.

Quanto conta e quanto spesso è presente nei suoi progetti l’aspetto sociale?
Non su tutti i prodotti è facile considerarlo come un punto di partenza. Però, per quanto possibile, è l’essenza del mio design, con valori della Bauhaus.

Design è più emozione, più razionalità/funzionalità oppure entrambi in egual misura?
L’emozione è l’aspettativa che ho nel cercare di EMOZIONARE l’utente, che oggi è sempre più attento e, perciò, si rende necessario un equilibrio fra FORMA e FUNZIONE.

Che cosa pensa del ruolo del tessile nel design?
Il tessile in questo Paese è “design” da sempre, e va sempre di più cercato un modello “new Italy”.

Per concludere, un aforisma o una frase che la rappresenta.
La SINESTESIA è per me un necessario esercizio, per un design se possibile ”human“ e “for all”.

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