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I tappeti tinti naturalmente: quali sono le differenze con i tappeti tinti con sostanze chimiche?

Qualsiasi persona appassionata di manufatti di lusso dovrebbe essere in grado di riconoscere i tappeti tinti naturalmente e sapere in che modo i loro tessuti vengono colorati.

Queste informazioni non sono importanti solo per valutare l’aspetto di un tappeto, ma ne influenzano direttamente il valore e la durata nel tempo. Identificare se un tappeto è realizzato con fibre tinte con sostanze naturali o chimiche dà anche alcuni indizi sull’età del modello.

Com’è fatto un tappeto tinto naturalmente?

I tappeti tinti in maniera naturale sono usati da secoli. I modelli più antichi che sono arrivati ai giorni nostri mantengono quasi inalterati i colori originali, a testimoniare l’efficacia del processo di colorazione delle fibre in lana, in cotone, in lino, in iuta o in altre materie vegetali o animali.

Possiamo scomporre il processo che porta alla realizzazione di un tappeto tinto naturalmente in quattro fasi. In una prima fase, si ricava il colore, usando dei pigmenti estratti da piante, frutti o animali. Questa fase richiede molto tempo, specialmente se si ha bisogno di tingere grandi quantità di tessuti. È importante anche che, a occuparsi dell’estrazione del colore, siano persone esperte, che possano riconoscere la qualità delle materie prime e ottenere colori brillanti e duraturi.

In una seconda fase, le fibre del manufatto vengono immerse nel colore, per un numero di volte e per un tempo variabile a seconda dell’intensità della colorazione che si vuole ottenere. Dopo questo passaggio, si procede con la fase dell’asciugatura e del fissaggio del colore. Mentre alcuni colori si fissano subito alle fibre, in altri casi il processo chimico di colorazione richiede più tempo ed è necessario aspettare diversi giorni prima di conoscere il risultato finale.

Infine, i filati tinti vengono separati e portati nei laboratori artigianali, nei quali saranno usati per la realizzazione dei vari pezzi. Questo è dunque il processo che porta alla realizzazione dei tappeti tinti naturalmente.

Quali sono le migliori tinte usate per colorare naturalmente i tappeti?

Le tinte naturali sono state usate per colorare i tappeti in maniera esclusiva fino a circa il 1850. A partire dalla metà dell’Ottocento, infatti, sono state formulate e hanno iniziato a diffondersi le prime tinte chimiche usate per colorare filati e fibre tessili.

Per ottenere delle fibre tinte in modo naturale, si usano sostanze coloranti ricavate principalmente da foglie, radici e corteccia di alberi, da frutti e, in alcuni casi, da animali.

I tappeti orientali antichi sono degli ottimi esempi dei colori che è possibile ricavare usando gli elementi che si trovano a disposizione nell’ambiente naturale. Osservando con attenzione i tappeti antichi, oltre a poter apprezzare la varietà dei colori, è anche possibile vedere come cambiano le tinte a seconda dell’intensità della luce presente e della profondità degli stessi.

Due dei colori più comuni tra quelli presenti nei tappeti orientali sono il rosso e il blu. Il fatto che siano usati di frequente nella realizzazione dei tappeti testimonia la facilità con cui è possibile ricavare sostanze che colorano la lana e le fibre vegetali di questi due colori. Per ottenere un colore rosso intenso, si utilizzano di solito le radici di robbia. In alcune zone geografiche, in passato, si è usata anche la cocciniglia, un colorante ricavato dal guscio degli insetti. Il colore blu si ottiene invece dalle foglie di indigo, una pianta diffusa in tutta l’Asia.

Il giallo si ottiene da varie piante: una delle più usate è la reseda luteola, ma i pigmenti coloranti di giallo si possono ottenere anche dalle bucce del melograno e dallo zafferano.

A partire da questi tre colori primari, si possono ottenere tutti gli altri colori, creando di volta in volta dei mix personalizzati. Vale a dire che dalla combinazione di questi colori si possono ottenere praticamente tutti i tappeti tinti naturalmente.

Chi preferisce ottenere un colore più uniforme e in tempi più rapidi può usare altre sostanze coloranti che si trovano in natura. Per esempio, il mallo di noce e la corteccia di quercia sono ottimi per tingere di marrone i filati. La pianta di lawsonia inermis è invece perfetta per ottenere un colore arancione intenso, mentre la malvarosa regala ai manufatti un delicato colore violaceo.

Quali sono le differenze tra tappeti tinti naturalmente e quelli colorati con pigmenti sintetici?

L’uso di pigmenti coloranti ottenuti da piante e frutti rende le aree colorate del tappeto leggermente diverse tra loro. Al contrario, nel caso delle fibre tinte in maniera chimica, il colore delle varie aree è uniforme e standard. È possibile cogliere questa differenza in modo particolare quando i tappeti sono esposti alla luce del sole.

Inoltre, un tappeto di lusso realizzato con fibre tinte in modo naturale risulta in genere più armonioso rispetto a un tappeto prodotto con fibre tinte con sostante ottenute da una sintesi chimica. I colori tendono a fondersi in maniera migliore e il risultato complessivo è più equilibrato.

I tappeti tinti naturalmente tendono anche a essere più duraturi. Se le operazioni di colorazione e fissaggio del colore sono state fatte correttamente, le fibre del vello mantengono il loro colore nel tempo, senza scolorire con gli anni o con i lavaggi.

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Andrea Galimberti

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