Massimo Gardone
Massimo Gardone. 1961. Genova. Ha studiato, vive e lavora a Trieste.
Attraverso la fotografia si racconta e racconta lungo la via della creatività anche quando si intreccia con le esigenze della committenza commerciale.
La sfida di Massimo Gardone è quella dell’innovazione che, attraverso la fotografia, indagando le molteplici espressioni dell’immagine, veicola la sua narrazione attraverso i mezzi più diversi: la comunicazione, i prodotti editoriali, il video, il design, le mostre.
I fiori, la ricerca, la sperimentazione – Ogni fiore è il riassunto dell’esistenza come ciclo, come valore, come forma e significato: indagarli e interpretarli, farne materia duttile è un lavoro che non può avere fine e, certamente, produce rappresentazioni sempre diverse.
Un tema particolarmente caro a Massimo Gardone: i fiori hanno sempre sollecitato la sua ansia di sperimentazione e ricerca. Per lui, che ha sempre vissuto fra musica e immagine, l’esplorare in modo quasi ossessivo i fiori rappresenta un’ininterrotta coniugazione di armonia, forme e colori.
La sua ricerca, partita dal bianco e nero, ha conosciuto il colore senza mai stancarsi di reinventarlo attraverso l’utilizzo di tecniche che spaziano dalla matericità del Polaroid alla precisione del digitale: luci, ombre, artigianalità, tecnicismo, cotone, ceramica, vetro, unicità, clonazione, sapienza e sperimentazione. È infatti una sorta di alchimista dell’immagine costantemente impegnato a impastare tecniche, materiali, suoni, mezzi tra i più diversi con il fine di comunicare e comunicarsi, senza il timore della banalità che, eventualmente, potrebbe suggerire un fiore agli animi meno attenti.
Con rigore ed ecletticità insieme riesce poi a trasferire passioni e arte anche alle esigenze della committenza commerciale che arricchisce di valenze inaspettate.
La sua ricerca sui fiori è diventata parte essenziale di comunicazioni aziendali, di packaging e oggetti di design.
Inoltre le mostre d’arte hanno permesso a Massimo Gardone di dare spazio espressivo alla sua anima più artistica, visionaria e concettuale.