Nika Zupanc

La product e interior designer Nika Zupanc è diventata un nome riconosciuto a livello mondiale con il lancio della lampada Lolita, il suo primo oggetto prodotto da Moooi.

Nel 2008, ha fondato il suo studio e da allora lavora con il suo team come studio di product e interior design, che è costantemente coinvolto in nuovi progetti che nascono da interpretazioni distintive della cultura moderna, del design contemporaneo e delle opzioni tecnologiche disponibili. I suoi disegni fanno parte della gamma di illustri aziende di design come Moooi, Qeeboo, Sé, Moroso e Natuzzi e lavora con clienti prestigiosi su progetti appositamente assegnati come la sua installazione Room of one’s own per Dior.  Le sue decantate collezioni e installazioni in edizione limitata sono esposte in tutto il mondo, a volte come parte di collaborazioni di alto livello come quella con Rossana Orlandi. Nel frattempo, Zupanc produce continuamente oggetti con il suo marchio Nika Zupanc ed è coinvolta in vari progetti di interni.

Oltre alla lampada Lolita, Zupanc ha disegnato una lunga serie di pezzi pronti all’uso come Golden chair (Moooi) o Ribbon chair (Qeeboo), per citarne solo alcuni. Ma sono anche le sue installazioni concettuali e le edizioni limitate che l’hanno vista evolvere in un’autentica voce globale – I Will Buy Flowers Myself (2009) e Gone with the Wind (2010) hanno presentato una collezione di oggetti all’interno di strutture di case di bambola gonfiate che sono diventate un segno distintivo della Settimana del Design di Milano. Anche la lampada Black Cherry, ora uno dei pezzi iconici del suo marchio, ha debuttato alla settimana del design milanese. Le installazioni che seguono, Selfdiscipline (2011) e Summertime (2012), segnano l’inizio delle collezioni in edizione limitata in collaborazione con Rossana Orlandi, dove con una passione ostinata Zupanc esamina la natura del mobile. Nel 2012, la sua città natale, Lubiana, ha avuto il privilegio di essere la prima con un interno progettato e diretto personalmente da Zupanc. La ristrutturazione noir di As Aperitivo è un’introduzione alla sua nuova impresa di progettazione di interni. 

Nella grande scala delle cose, nel novembre 2013 Zupanc ha presentato una struttura in legno, un padiglione, A room of one own come parte di una mostra Esprit Dior : Miss Dior in Galerie Courbe – Grand palais a Parigi e ha creato una collezione III. per la società di lusso londinese Sé.  La collezione è stata sostenuta come una delle migliori collezioni presentate alla Milano design week 2015 da Dezeen, The telegraph e The Luxury channel per citarne alcuni. La collezione è stata premiata con il premio Editors per i migliori mobili all’ICFF di New York. 

Negli ultimi anni Zupanc ha presentato nuovi entusiasmanti oggetti con il nuovo marchio di mobili contemporanei Qeeboo, fondato da un rinnovato designer italiano Stefano Giovanonni e ha progettato una collezione, intitolata Take me to Miami per il marchio italiano Ghidini1961. Ha anche disegnato collezioni di mobili per il giovane e rampante marchio di lusso Scarlet Splendour. Altrove, ha continuato a costruire il suo portfolio con un successo crescente, con progetti premiati per aziende come Contardi lightning & De Castelli. Il suo mobile Longing per l’azienda italiana Decastelli faceva parte del progetto Tracing identity, che è stato premiato con il prestigioso premio speciale Salone Del Mobile 2017 e la sua lampada Crystal, progettata per Contadi è stata premiata come miglior premio di design tedesco nel 2018. Nel 2020 ha disegnato una vasta collezione di mobili per Natuzzi Italia, la collezione Natuzzi più venduta in quell’anno e ha ricevuto il premio Archiproduct design 2020 per il miglior design di mobili per il divano Wave, che è un oggetto centrale della collezione.

I pezzi di Zupanc hanno una carica emotiva oltre ad essere squisitamente rifiniti, ed è per questo che Elle USA ha caratterizzato il suo lavoro come “eleganza punk”. C’è un tocco di teatro e di Film Noir nel suo lavoro, e in qualche modo i suoi pezzi fanno sentire l’utente un attore. Per quanto riguarda Zupanc, le spiegazioni non sono necessarie.

Il suo linguaggio visivo viene dal profondo e si tratta di “comunicare le cose che non possono essere raccontate”.

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